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Il debutto della co-produzione internazionale del TSV con il Teatro Nazionale Croato di Fiume - HNK Rijeka

Scritto da Redazione | 5 febbraio 2025

Un Goldoni noir che non ci si aspetta, quello de La Moglie Saggia diretto da Giorgio Sangati, spettacolo nato da un progetto internazionale della Fondazione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale con il Teatro Nazionale Croato di Fiume - HNK Rijeka che ha debuttato sabato 1° febbraio, in prima assoluta al Teatro Ivan Zajc, dove resterà in scena fino al 5 febbraio. Lo spettacolo è stato accolto con successo dal pubblico che ha gremito il teatro facendo registrare il tutto esaurito con una forte presenza della comunità nazionale italiana di Fiume. Tra i partecipanti la Console Generale a Fiume Iva Palmieri, la Sovrintendente del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc Dubravka Vrgoč, la direttrice generale del TSV Claudia Marcolin, il Presidente della Giunta Esecutiva dell'Unione Italiana, Marin Corva, il Direttore artistico del Dramma Italiano, Mirko Soldano e alcuni rappresentanti dell'Ambasciata italiana in Croazia e dell’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Il teatro quarnero è da sempre vicino alla commedia goldoniana grazie al ruolo fondamentale che ha avuto nella storia del teatro europeo e alla storica influenza culturale veneziana in tutta l'area adriatica.

Sul palcoscenico, il cast degli interpreti composto da Camilla Semino Favro, Ivan Alovisio, Olga Rossi, Aurora Cimino, Riccardo Gamba, Stefano Maria Iagulli, Giuseppe Nicodemo, Alberto Olinteo e Andrea Tich, così come i collaboratori alla regia per le scene, Marco Rossi e Francesca Sgariboldi, le luci, Dalibor Fugošić, i costumi, Manuela Paladin, e le musiche, Giovanni Frison, sono stati impegnati in un’esperienza di stretta collaborazione tra attori, attrici e maestranze sia del dramma italiano di Rijeka sia del Teatro Stabile del Veneto. Il risultato è un progetto internazionale strettamente condiviso tra i due enti co-produttori.

L’argomento della pièce è incredibilmente serio: il conte Ottavio, in preda a una nuova passione per la marchesa Beatrice, decide di liberarsi della moglie Rosaura, figlia del mercante Pantalone. Lei, però, con la sua intelligenza fuori dal comune non si arrenderà facilmente e userà il teatro come raffinato strumento di difesa. Scritta nel 1752, quando Goldoni era in procinto di lasciare il Teatro Sant’Angelo, La Moglie Saggia è un vero e proprio thriller psicologico che tiene il pubblico col fiato sospeso, ma anche un’opera corale che racconta di un mondo violento ed individualista (a partire dai falsi amici Lelio e Florindo pettegoli e scrocconi) e mescola magistralmente tragedia – sfiorata - e commedia. Alla vicenda principale, infatti, si intreccia quella più leggera dei servi, con l’immancabile Arlecchino - qui stranamente svanito - e la coppia Corallina-Brighella che, a differenza dei padroni, vive una relazione decisamente più orizzontale introducendo, con largo anticipo sui tempi, una visione meno squilibrata dei rapporti di coppia.

“Con questa anti-Locandiera pienamente borghese (l’anno di composizione è lo stesso) assistiamo a un passo significativo verso il dramma moderno e suoi labirinti interiori – scrive Giorgio Sangati nelle sue note di regia -. È un Goldoni horror, più nordico che mediterraneoun thriller psicologico che anticipa Ibsen e tiene il pubblico col fiato sospeso, ma anche un’opera corale che racconta di un mondo violento e individualista e mescola magistralmente tragedia e commedia”.

Sangati, vero e proprio cultore dell’opera di Carlo Goldoni di cui ha messo in scena in precedenza Arlecchino, il servitore di due padroni e Le donne gelose, ha affidato il ruolo di Rosaura, la moglie saggia, a Camilla Semino Favro, già premio Mariangela Melato nel 2015 e poi Le Maschere del Teatro come miglior attrice nel ‘19, artista poliedrica di teatro, cinema e TV – (sul grande schermo in Mia Madre di Nanni Moretti e L’ultima notte di Amore di Andrea De Stefano). Ottavio è Ivan D’Aloisio, protagonista ne I Demoni di Dostoevskij per la regia di Peter Stein (premio UBU miglior spettacolo 2010) e reduce dalla fortunata pièce Clitennestra di Roberto Andò nella scorsa stagione, anche lui volto televisivo ha preso parte a serie come il Commissario Montalbano, Doc nelle tue mani, Don Matteo, mentre al cinema è stato diretto da Mario Martone, Marco Cassini, Francesco Bruni e Dario Argento. Olga Rossi, in scena è la marchesa Beatrice, attrice di esperienza ha lavorato con maestri come Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Carmelo Rifici e Luca Ronconi e nell’ultimo anno ha preso parte agli spettacoli The City di Martin Crimp e Macbeth di Shakespeare entrambi con la regia di Jacopo Gassmann. Al cinema ha lavorato con Gabriele Salvatores, Rocco Pappaleo, Giuseppe Loconsole, Eugenio Cappuccio, mentre per il piccolo schermo da citare la sua partecipazione alla serie Netflix La legge di Lidia Pöet.

Le scene offrono allo spettatore un cantiere drammaturgico, uno spazio conteso, una trappola per topi funzionale e pericolosa. I costumi, pur mantenendo una linea storica, si spoglieranno dei decori per raccontarci personaggi con sfumature contemporanee.

Dopo un tour nelle città istriane di Fiume, Pola e Pirano lo spettacolo approderà nella culla naturale del Teatro Goldoni di Venezia per il suo debutto italiano per poi chiudere la tournée al Teatro Verdi di Padova.