Ieri sera, 16 gennaio, in occasione dell’apertura della rassegna Angolazioni 2025 è stato annunciato il vincitore del premio produzione da parte del TSV, selezionato tra i progetti presentati dalle compagnie padovane nell’ambito di AngolAzioni 2024:
La commissione, composta da Filippo Dini (Direttore Artistico del TSV – Teatro Nazionale), Carlo Mangolini (Responsabile Sviluppo Artistico del TSV – Teatro Nazionale) e Silvia Zampieron (Responsabile Produzione e Programmazione del TSV – Teatro Nazionale) ha scelto di conferire il premio di produzione a IN FONDO AL BUIO di Michele Angrisani, che avrà l’opportunità di presentare una versione aggiornata del progetto presso il Teatro Maddalene nei giorni 30 e 31 maggio 2025.
Lo spettacolo è stato scelto come vincitore con le seguenti motivazioni:
La commissione ha comunque segnalato l’alta qualità di tutte le proposte presentate, auspicando di proseguire questo percorso condiviso tra Teatro Stabile del Veneto e Compagnie professionali padovane che già nell’edizione 2025 troverà nuove modalità di affiancamento.
IN FONDO AL BUIO
Morire innocenti di mafia in Veneto. Storia di Matteo Toffanin.
Con Giancarlo Previati e Giulia Briata
Drammaturgia e regia Michele Angrisani
Scenografia Antonio Panzuto
Luci Paolo Pollo Rodighiero
Musiche Sergio Marchesini
Assistente alla scenografia Sofia Rampon
Foto di scena Serena Pea e Lamberto Gozzo
Lo spettacolo narra una vicenda avvenuta a Padova il 3 maggio 1992, quando due ragazzi poco più che ventenni, Matteo Toffanin e Cristina Marcadella, sono stati vittima di uno scambio di persona che è costato la vita di Matteo, a soli 23 anni. Matteo aveva chiesto in prestito allo zio, Luigi, la Mercedes bianca per trascorrere quella giornata al mare.
Trent’anni dopo quella terribile sera, Cristina e Luigi rivivono il dolore, ripercorrendo quanto accaduto.
La drammaturgia e la messa in scena, a partire da un lavoro di ricerca su documenti giudiziari e interviste orali, rappresentano i fatti accaduti, prima e dopo il buio.
Si può morire innocenti di mafia, in Veneto. In quel 1992. E la storia di Matteo, Cristina e Luigi parla a tutti noi. Perché tutti noi potevamo e possiamo essere come loro.