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La rassegna teatrale Asteroide Amor si trasforma in festival: AA@FEM dal 28 novembre al 14 dicembre

Scritto da Redazione | 22 novembre 2024

Con l’edizione del 2024 la rassegna teatrale Asteroide Amor, promossa e ideata dalla Fondazione di Venezia all’interno del progetto Giovani a Teatro 2.0 e curata da Susanne Franco, Delegata della Rettrice alle Attività Teatrali dell’Università Ca’ Foscari Venezia e da Annalisa Sacchi, Direttrice del corso di Laurea in Teatro e Arti Performative dell’Università Iuav di Venezia, in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cambia formato e si trasforma in AA@FEM, un festival con un taglio tematico specifico.

Asteroide Amor è nata per dare una nuova configurazione al progetto Giovani a Teatro 2.0 che, per oltre un decennio, Fondazione di Venezia ha promosso a favore delle giovani generazioni attraverso un lavoro di formazione e diffusione culturale, rivolgendosi in particolare agli adolescenti e privilegiando contesti di rischio sociale e abbandono scolastico, con proposte e circuiti performativi della scena contemporanea.

Il progetto AA@FEM risponde all’attuale emergenza culturale, sociale ed educativa cui stiamo assistendo rispetto alla violenza di genere, la cui eco anche mediatica sta crescendo esponenzialmente grazie a un generale movimento di presa di coscienza da parte delle giovani generazioni. Lo scopo è dunque sostenere e incoraggiare con urgenza queste generazioni nei processi di riconoscimento e segnalazione delle condizioni di discriminazione e rischio. Divulgare e radicare l’educazione sostenendo pratiche di prevenzione attraverso l’azione culturale, politica e comunicativa è una responsabilità che AA@FEM ha assunto pienamente con questa edizione.

All’origine del progetto è anche il desiderio di rendere omaggio a Eleonora Duse in occasione del centenario della morte e valorizzarne il ruolo incendiario di donna indipendente e di enorme e riconosciuto talento, cosmopolita e autodeterminata, che proprio nel teatro trovò un mezzo di emancipazione e di espressione capace di proiettarla in una dimensione fortemente prefigurativa anche e soprattutto rispetto alla condizione femminile del suo tempo. La dedica a Duse è declinata nei termini di una possibile genealogia, per tutte le donne passate, presenti e future cui il teatro ha fornito una straordinaria possibilità di libertà e affermazione.

Dal 28 novembre al 14 dicembre 2024, AA@FEM offrirà al pubblico una selezione di spettacoli tutti al femminile (regia, coreografia, performance, interpretazione e ideazione) e che mettono al centro temi di sensibilizzazione alla violenza di genere, ma anche questioni di empowerment femminile e pratiche di equità e inclusione. Parte integrante del programma sono anche due workshop, tenuti dalle artiste e dagli artisti coinvolti nel festival e rivolti alle studentesse e agli studenti di Università Ca’ Foscari Venezia e Università Iuav di Venezia.

Con il festival AA@FEM Fondazione di Venezia condivide insieme agli altri partner l’impegno ad assumere un ruolo attivo sulla questione di genere affrontando questo delicato tema attraverso il potere dell’arte e in particolare del teatro. Alcune sedi e le collaborazioni di questa edizione 2024 sono in continuità con il passato e dunque molti eventi saranno ospitati da Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta e Teatro Goldoni, M9 - Museo del ’900 a Mestre e Palazzo Trevisan degli Ulivi/Pro Helvetia mentre altri dallo Spazio Punch (Giudecca).

Il festival aprirà all’insegna dell’inclusione con uno spettacolo fruibile da un pubblico sordo e non sordo, Monumentum DA di e con Cristina Kristal Rizzo e Diana Anselmo (28/11, Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta), ultima declinazione di un più ampio progetto che interroga le forme della memoria collettiva e del ritorno delle immagini riflettendo sul dispositivo del Monumento come traccia vivente e materia corporea attraverso le possibilità creative e poetiche della Lingua dei segni, alienata e marginalizzata dai processi di potere fonocentrici. Proseguirà con l’atteso ritorno della compagnia Motus con I Saw Light (29/11-1/12, Teatro Goldoni) una produzione TSV – Teatro Nazionale, realizzata con le attrici e gli attori neo-diplomati dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni per rendere omaggio a Kae Tempest e sperimentare forme di composizione collettiva e corale che, alle esibizioni dei singoli performer, preferisce la manifestazione delle loro connessioni, attraverso poesie, lyrics, romanzi e testi teatrali.

La seconda settimana presso il Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta si susseguono due altri spettacoli: Whitewashing di Rébecca Chaillon e Aurore Déon (3-4/12), che esplora la pratica dello sbiancamento, il razzismo e l’invisibilizzazione delle donne nere all’interno di una società bianca; e I’ll Do I’ll Do I’ll Do di Dewey Dell (5-6/12), che nasce da una ricerca di Dewey Dell attorno al corpo ubiquo, tempo visibile, presente e assente, delle streghe per tessere le trame di un sabba immaginato. Al Teatro Goldoni seguirà Emma Dante che firma la regia e l’adattamento di Re Chicchinella (6-8/12, Teatro Goldoni) una favola parte della raccolta seicentesca Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, con cui indaga l’ottusità del potere e l’avidità e l'indifferenza a cui attinge.

La terza settimana inizierà presso lo Spazio Punch con due appuntamenti, ovvero Lesbos2174 di e con Ilenia Caleo e Martina Ruggeri aka Bunny Dakota (9/12), che evoca l’idea di un ‘ionoi’ transcorporeo, tattile, sensibile dove non esistono confini tra i corpi, e SUPERORGANISMO di Industria indipendente (10/12), un luogo fatto di suono,  risonanze, voci e vibrazioni, scrittura e pratiche condivise, un altrove attraverso il quale prendersi cura di noi stess* e delle altre, in cui danzare, farsi tatuare, in cui conoscere e riconoscersi come un unico corpo. La danzatrice, coreografa e regista ungherese Eszter Salamon sarà invece presente con un doppio appuntamento: lo spettacolo MONUMENT 0.7: M/OTHERS, un raffinatissimo duetto di danza in cui si esibisce insieme alla madre Erzsébet Gyarmati nella sala M9 Orizzonti di M9 - Museo del ‘900 (11/12); e il suo film più recente intitolato Sommerspiele (12/12, Teatro Ca’ Foscari a Santa Marta, in collaborazione con la rassegna di film CinemARTa), una fiction surreale sui rapporti tra storia e memoria, che affronta i fallimenti della memoria collettiva come forma di resistenza poetica, l’autonomia delle arti e il rapporto tra sport e nazionalsocialismo.

Il festival si concluderà con un concerto/performance in collaborazione con New Echo System/Pro Helvetia in Venice del duo svizzero BUREAU BUREAU, ovvero Sonia Loenne (voce) e Alvin Schwaar (synth) (13/12, Palazzo Trevisan degli Ulivi), che gravita attorno alla musica sperimentale e alla poesia, e Bless this Mess di Katerina Andreou (14/12, Teatro Goldoni), che con il suo primo pezzo di gruppo si chiede come può la confusione diventare uno strumento, una strategia creativa, e dà vita a uno spazio che genera un impeto e un desiderio irrefrenabile di muoversi insieme agli altri.

 

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